Conviene davvero partecipare ai concorsi letterari?

Concorsi letterari a tema, farli o no?

Molto spesso incontro persone che mi dicono di aver partecipato a parecchi concorsi letterari a livello nazionale e, ad un certo punto, di essersi stancati ed avere smesso perché “tanto non vinco mai”.

Ora, io stessa ho partecipato a parecchi concorsi letterari con risultati più o meno buoni e anche a me è successo di trovarmi indecisa sul da farsi poi, un po’ per esperienza un po’ necessità, ho adottato una mia linea di condotta che ora vi spiegherò.

Ecco un mio racconto che è arrivato sul podio a un concorso letterario nazionale: “Leo, cagnolino senza amici“.

Concorsi letterari: Quali e quanti sono?

Beh, ovvio a dirsi: i concorsi letterari a livello nazionale sono tantissimi, basta andare su qualsiasi motore di ricerca, digitare la parola e escono pagine e pagine di risultati. Ci sono siti specifici e pagine sui social che trattano solo ed esclusivamente di questi eventi divisi per data di scadenza.

Moltissimi Comuni e molte Associazioni, indicono un personale concorso letterario per avere visibilità e, ahimè, molti anche per fare cassa.

La maggior parte di solito raggiunge un buon numero di iscritti e ha una certa visibilità sui media.

Ce ne sono di vari tipi:

  • gratuiti o a pagamento;
  • per poesie, racconti brevi;
  • libri editi e/o no;
  • testi di canzoni;
  • articoli giornalistici di vari generi;
  • recensioni

Insomma è praticamente impossibile non trovare qualcosa che si avvicini ai nostri gusti!

Per quanto riguarda la partecipazione, essa può essere gratuita o a pagamento (con importi più o meno importanti.. di solito si va dai 5 euro a salire e, molto spesso, nel caso il partecipante si iscriva a varie sezioni dello stesso concorso, concedono uno “sconto”).

L’ambito premio…

Ora parliamo della cosa “più importante”, quella che spinge l’aspirante scrittore a buttarsi nella mischia: il premio! Come si suol dire: “nessuno fa niente per niente, no?”

Anche in questo caso i premi sono diversi:

  • vincite in denaro più o meno importanti (a volte anche con tre zeri);
  • opere di autori locali;
  • libri;
  • pubblicazioni;
  • encomi,
  • diplomi;
  • intervista e relativa pubblicazione in una rivista, a loro dire, particolarmente importante, ecc).

Tutto questo ovviamente è molto allettante e, molto spesso, funge da specchietto per le allodole. Scusatemi, non è mia intenzione mettere i bastoni tra le ruote a nessuno ma lasciatemi dire che alcune volte, leggendo i bandi di alcuni concorsi letterari, mi faccio veramente quattro grasse risate.

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I premi … Veri o reali?

Dai, su, diciamolo.. alcuni premi sono veramente ridicoli! Volete dirmi davvero che una persona dovrebbe pagare dieci euro per partecipare a un concorso X molto spesso semisconosciuto per ricevere come primo premio un diploma di merito? Con tutto il rispetto è evidente che questo è solo una scusa per fare cassa. Non ci sono altri modi di vederlo! Non dico che tutti i concorsi debbano per forza avere premi in denaro ma almeno dare ai primi tre classificati un presente che li soddisfi.

E vogliamo parlare della pratica, largamente diffusa, di comunicare ai partecipanti la loro nomination alla finalissima senza svelare se saliranno sul podio o meno e specificando che se la persona o un suo delegato non si presenterà, perderà il premio?! Ovvio che  gli organizzatori lo fanno perché altrimenti non si presenterebbe nessuno a parte i vincitori ma è anche vero che, mettendoci dalla parte dei partecipanti, uno deve pur valutare se conviene spostarsi oppure no!

Mi è capitato di andare alla premiazione di un concorso a cui avevo partecipato a una decina di chilometri da casa mia, sapevo di essere entrata nella rosa dei primi 5 anche se non sapevo esattamente dove mi ero posizionata. Ovviamente, non essendoci impedimenti di nessun genere, ci sono andata. Tra i nominati c’era una signora che veniva dalla Romagna che, essendosi classificata quinta, ha ricevuto un bel diploma stampato su Word (che poteva benissimo essere inviato a mezzo mail).

Pensate alla gioia di questa signora che ha investito tempo e, soprattutto denaro, per tornarsene a casa con un foglio di carta!

E vogliamo parlare di quei concorsi letterari che offrono ai “nominati” il grande onore di venire inseriti in una antologia senza ricevere niente in cambio?! Addirittura, peggio del peggio, chiedono dei soldi agli stessi autori per ricevere una copia dell’antologia contenente un proprio scritto per la quale, tra parentesi, non riceveranno nessun ricavo!

L’invio degli scritti…

Ultima cosa particolarmente fastidiosa per i partecipanti dei concorsi letterari è che molto spesso gli organizzatori chiedono che un tot di copie dello scritto partecipante (di solito una per giurato) vengano spedite con posta ordinaria invece che via mail (in questo modo loro non dovranno neanche prendersi l’onere e accollarsi le spese di stampare gli elaborati da distribuire). La domanda sorge spontanea: se devo pagare la tassa di partecipazione e in più stampare e spedire a mie spese il testo e, aggiungiamo pure, il premio è irrisorio, chi me lo fa fare?

Quando vale veramente la pena di partecipare?

Anche a me è capitato all ’inizio di sparare nel mucchio, mandare i miei scritti un po’ a casaccio e vedere cosa succedeva, poi ovviamente sono diventata molto selettiva. Ecco i miei consigli per coloro che vogliono partecipare ai concorsi letterari:

  1. Guardate la distanza da casa vostra e il luogo di consegna del premio, fatevi due conti e vedete se vi conviene! E’ un calcolo meramente economico che noi scrittori tendiamo a sottovalutare perché è troppo grande la smania di far leggere i nostri scritti nella speranza di ricevere l’approvazione da qualcuno. Tenete conto invece che se ci rimettete e basta, non conviene: “con la sola soddisfazione non si mangia e non si paga nemmeno la benzina”!;
  2. Studiate bene il rapporto tra premio e tassa di partecipazione! Se il valore del premio è basso e la quota richiesta supera i dieci euro è un modo per fare cassa…;
  3. Individuate se, nel caso di vincita, i diritti d’autore restano a voi o se firmando il modulo di partecipazione li cedete in modo definitivo;
  4. Fate attenzione a come e quando vengono svelati i finalisti… se siete lontani da casa e vi toccherà restare all’oscuro fino alla fine, pensateci due volte;
  5. Infine, cercate di non sopravvalutare tutti i concorsi letterari che vedete, la maggior parte sono a livello amatoriale e fini a sé stessi… vale proprio la pena di investire tempo ed energie?

 

Voi che ne pensate? Avete mai partecipato a concorsi letterari e vi siete ritrovati nei casi trattati qui sopra?

Condividete con noi i vostri pensieri…

2 comments:

Io ho partecipato a un concorso letterario. Ho speso venti euro. Alla fine ha vinto un signore che aveva già pubblicato libri in ambito universitario, tipo storia dell’arte.
Non si tratta di voler vincere per forza, però onestamente io ho detto anche loro, mi fate pagare venti euro, ma non c’è gioco… Il vincitore già è deciso!! Comunque vabbe, quel concorso letterario mai più 🙂

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Ciao Dalila,
grazie per il tuo commento. Hai ragione, molti concorsi letterari vengono indetti solo per “fare cassa”. Gli scrittori sono GIUSTAMENTE orgogliosi delle loro opere e si buttano nei concorsi sicuri di avere qualche chance ma, purtroppo, molto spesso non è così.
Tieni a mente i punti che ho evidenziato per scegliere il concorso a cui partecipare e non demordere, se la tua opera vale, verrà notata. Concorsi seri ce ne sono pochi ma ce ne sono…
a presto
G di Scrivielasciavivere

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