Prima dell’Alba di Paolo Malaguti

Paolo Malaguti con il suo  “Prima dell’Alba” è tra i finalisti della sezione romanzo storico del Premio Acqui Storia.

Ho saputo che il bravissimo scrittore Paolo Malaguti, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente all’incontro con i gruppi di Lettura organizzato dalla Fondazione Benetton a Maggio, è tra i finalisti della sezione romanzo storico del Premio Acqui Storia.

Prima dell’Alba, edito da Neri Pozza, è un libro meraviglioso che ho gustato fin dal primo capitolo; sono una grande appassionata di storia contemporanea quindi si può dire che con quest’opera “giocavo in casa”.

E’ anche vero che entusiasmare gli appassionati è molto difficile, e devo dire che Malaguti ci è riuscito in pieno.

Recensione Prima dell’Alba

Prima dell’Alba racconta, a capitoli alternati, le indagini dell’ispettore Malossi che, nel 1931, deve trovare un perché alla morte, forse accidentale o forse no, del Generale Andrea Graziani, multi decorato ufficiale reduce della Prima Guerra Mondiale.

Il corpo del Generale, infatti, viene trovato privo di vita vicino ai binari della tratta Roma- Verona, all’altezza di Calenzano, vicino a Firenze, e ciò porta immediatamente ad una grande mobilitazione.

Le indagini di Malossi si scontrano con il desiderio dei suoi superiori di insabbiare il tutto, convinti che la strada migliore da seguire sia chiudere velocemente il caso e dare una sepoltura onorevole al Generale Graziani.

Lo zelante ispettore, pur nel rispetto dei voleri dei superiori, non rinuncia a scoprire la verità e a cercare il colpevole di quello che, ne è certo, è un omicidio. Si trova quindi, suo malgrado, a scontrarsi con una realtà accaduta più di Vent’anni prima, in piena Grande Guerra.

Un periodo che lui, ragazzo del ’99, aveva vissuto da vicino anche se per breve tempo.

Ed ecco che il lettore capisce il motivo di quell’alternanza di capitoli in cui le indagini di Malossi si trovano intervallate a fatti accaduti a un gruppo di soldati durante la Prima Guerra Mondiale.

Il “Vecio” e i suoi commilitoni, per la maggior parte poveri contadini catapultati in un ambiente completamente diverso, si trovano ad affrontare la rigida gerarchia militare, la fame, il freddo e il pericolo sempre incombente.

Le giornate e a stretto contatto e la medesima pericolosa situazione, alimentano la nascita di rapporti confidenziali e un clima di solidarietà.

I veterani, prostrati da anni di guerra e di stenti, vedono con celata tenerezza le nuove leve, i ragazzi del ’99 chiamati alle armi per rimpolpare le scarse fila di combattenti. Per molti dei soldati maturi, i giovani hanno l’età dei loro figli e, proprio per questo, pur dando dei consigli, cercano di non affezionarsi per evitare di star male nel caso, molto probabile, in cui questi “sbarbati” rimangano uccisi in combattimento.

Un giorno accade un fatto tragico, uno dei commilitoni del “Vecio“, viene condannato a morte senza processo di appello dal Generale Graziani. Il soldato si era dimenticato di togliersi dalla bocca il sigaro al suo cospetto, un atteggiamento considerato dall’ufficiale assolutamente indegno e perciò punito con la morte.

Purtroppo la Storia ci racconta che fatti del genere non erano infrequenti e che molti soldati, furono condannati senza aver vere colpe, nella convinzione degli ufficiali che “il pugno di ferro“, fosse l’unico modo per mantenere rispetto e ubbidienza.

Può esserci un nesso tra la misteriosa caduta dal treno del Generale  i misfatti che egli, passato alla Storia come “Papà Graziani” mentre nella realtà era soprannominato dai soldati “Il boia“, aveva compiuto durante il suo mandato?

Prima dell’Alba è un vero e proprio capolavoro; Malaguti denota un’ampia cultura, ottima capacità di raccontare i fatti, grande ricerca dei termini del periodo storico che affronta e una contagiosa passione per il suo lavoro.

A lui mando il mio personale “in bocca al lupo” per il premio Acqui Storia, io tifo per lui e spero che il suo libro conquisterà i cuori dei giurati del concorso, come ha conquistato il mio.

 

 

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