I consigli di Harry Quebert per diventare un grande scrittore

I 31 consigli di Harry Quebert per diventare un grande scrittore

Uno dei miei libri preferiti è “La verità sul caso Harry Quebert“, un vero e proprio capolavoro!

Ci ho messo un po’ a decidermi di leggerlo, mi guardava dalla mensola ma ogni volta lo rimandavo a data da destinarsi perché, diciamoci la verità, 770 pagine spaventano anche me, soprattutto in questo periodo così pieno.

Ad un certo punto non ho più resistito, l’ho preso e … mi ha letteralmente conquistata.

Lo sapete che il suo autore ha poco più di trent’anni? Joel Dicker, classe 1985, è al suo secondo romanzo; già con il primo “Gli ultimi giorni dei nostri padri” ha ricevuto vari premi e con “La verità sul caso di Harry Quebert” si è aggiudicato il titolo di grande scrittore.

Piacerebbe anche a voi pubblicare un best seller mondiale?

A me si, e molto anche!

Ho deciso di prendere a prestito le 31 regole che Harry Quebert insegna a Marcus Goldman, e analizzarle una ad una: se questi comandamenti hanno catapultato il giovane Dicker nell’Olimpo dei grandi, perché non potrebbero servire anche a noi?

Ne tratterò una ad ogni articolo per non appesantire troppo l’argomento e per dare spazio a tutti, compresa me, di prendere in ogni momento quella che più si adatta al periodo che si sta affrontando.

Che dite? Potrebbe essere una buona idea?

Io sono convinta di si, se lo pensate anche voi vi prego di condividere queste mie parole con tanti altri che potrebbero essere interessati.

Partiamo con la prima regola e buona fortuna a tutti noi…

Regola 1/31: Il primo capitolo è fondamentale

“Il primo capitolo è fondamentale, Marcus. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro. Tu come intendi cominciare il tuo?”

“Non lo so Harry. Pensi che un giorno ci riuscirò?”

“A fare cosa?”

“A scrivere un libro.”

“Ne sono certo.”

Non so se vi siete accorti che in questo libro la numerazione dei capitoli è al contrario! Io l’ho notato in  un secondo momento, non avevo fatto caso a questo particolare e mi ha colpito tantissimo.

Il primo capitolo che in realtà corrisponde al numero 31, parla dell’importanza di impressionare il lettore con un inizio coinvolgente che tenga alta la sua attenzione.

Il lettore è colui a cui rivolgete le vostre parole, è lui (o lei o loro) che, in base al giudizio personale sul vostro scritto, decreta il vostro successo o la vostra fine.

Il lettore deve essere coccolato e reso partecipe dell’argomento, deve sentirsi importante e coinvolto nel racconto e deve percepire subito che il vostro modo di scrivere è in linea con i suoi gusti.

Vi faccio un esempio: avete mai letto “I quindicimila passi” di Vitaliano Trevisan? A detta di tutti è un vero e proprio capolavoro. Beh, a me non è piaciuto per niente, l’ho preso e mollato infinite volte perché il suo modo di scrivere non fa al caso mio: pesante, ridondante, piatto.

Verso la fine, il racconto prende una piega assolutamente diversa e riserva al lettore con un colpo di scena che lascia senza parole.

Ora, Vitaliano Trevisan è un genio, il suo modo di scrivere è sensazionale e pochi riescono ad eguagliarlo ma, quanti arriveranno a scoprire il finale se abbandoneranno il libro a metà strada, stanchi di quel particolare tipo di scrittura?

Io con fatica sono arrivata alla fine perché mi sono fidata di coloro che me l’avevano consigliato ma voi (e nemmeno io) siamo Vitaliano Trevisan quindi, non avendo la sua fama, non possiamo permetterci di perdere lettori per strada.

Ecco quindi che dobbiamo puntare molto sul primo capitolo, l’introduzione di un libro è fondamentale, dobbiamo entrare in scena alla grande per confermare al lettore che ha fatto bene a seguire il suo istinto dopo aver letto la sinossi e accompagnarlo per mano nei capitoli successivi.

Anche la prima frase del libro è importante, conosco alcuni scrittori che l’hanno modificata infinite volte prima di trovare quella giusta! Le frasi per iniziare un libro sono tantissime, sta a voi in base al vostro modo di scrivere e all’impostazione che volete dare al racconto, trovare quella perfetta.

Gli incipit più famosi

Vorrei ora citarvi tre esempi tratti da dei libri famosissimi entrati nella storia, uno dei quali, com’è ormai noto,  amo in modo viscerale: “Orgoglio e pregiudizio“.

Vi chiedo di fare attenzione alle parole, al tono e alla capacità con cui gli scrittori introducono l’argomento e destano l’attenzione e la curiosità del lettore.

Scrivere un incipit così sensazionale non è da tutti, lo riconosco, a noi non resta che studiare e provare…

« In quella parte del libro della mia memoria dinanzi alla quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice Incipit Vita Nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’asemplare in questo libello, e se non tutte, almeno la loro sentenzia. » Dante Alighieri, Vita Nova


“È verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi.

Per poco noti che siano i sentimenti o le mire di un uomo di tal sorta, questa verità è così solidamente radicata nella mente delle famiglie circostanti, che subito, al suo primo apparire in una cerchia di vicini, egli viene considerato di diritto proprietà dell’una o dell’altra delle loro figliole.”
Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio

 

“Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.” Harry Potter e la pietra filosofale, J.K. Rowling

 

Tenete bene a mente questo consiglio, d’altra parte come dimenticare il famoso detto “chi ben comincia è a metà dell’opera“?

Buon lavoro e in bocca al lupo a tutti!

 

 

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