Lisa Zanardo si racconta: i suoi libri, i suoi sogni e la sua grande forza di volontà
Conosco Lisa Zanardo già da qualche tempo, siamo coetanee e abbiamo molte cose in comune tra cui la passione per la scrittura e la voglia di realizzare i nostri sogni.
Lisa ha avuto una vita dura ma sembra che pian piano si stiano aprendo dei varchi in grado di darle la gioia che merita.
Conosciamola meglio attraverso l’intervista che mi ha concesso:
Lisa Zanardo: l’intervista
1) Tu hai scritto due libri e ora puoi annunciare ufficialmente di aver trovato due Case Editrici che si sono rivelate entusiaste dei tuoi progetti e sono pronte a pubblicarli. Di cosa parlano?
Il primo è il romanzo introspettivo che ho scritto l’anno scorso e che dovrebbe uscire prima della fine dell’estate. Diciamo che si tratta di un viaggio sempre più ampio all’interno dell’anima dei due protagonisti; esplorazione, questa, che va a scrutare sempre più da vicino la straordinaria varietà colori delle loro emozioni, delle consapevolezze raggiunte a fatica, tra le quali due pilastri fondamentali: l’amore per se stessi e, di conseguenza, l’amore ricambiato per l’altro.
Il secondo è completamente diverso, si può dire che appartenga al genere della manualistica ed è il mio primo vero approccio alla scrittura. Risale al 2013 ma l’ho modificato da poco perché sentivo che era arrivato il momento di proporlo alle Case Editrici.
2) Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
Io ho frequentato il liceo classico ma non ho nessun indirizzo specifico che riguarda la scrittura. L’esigenza di scrivere è nata quando ero molto piccola, usavo la scrittura per elaborare e capire quello che mi succedeva attorno, sentivo che il mio unico modo per comprendere le cose, impararle, assimilarle e mandarle giù era scriverle, sia nel bene che nel male. Quest’esigenza è ritornata più viva che mai dopo la diagnosi della mia malattia, la sclerosi multipla, avvenuta quando avevo 25 anni.
Dopo la diagnosi, ho dovuto equilibrare la mia vita e poi ho sentito l’esigenza di trasferire fuori da me quello che di tossico albergava dentro, come se volessi toglierlo definitivamente o trasformarlo in qualcosa di diverso e utile.
Il tempo per tutti è prezioso ma per me in particolar modo, perché l’imprevedibilità di questa malattia fa si che io non possa e non voglia sprecarne nemmeno un minuto. Questo nuovo bisogno di scrivere quasi per alleggerirmi, coincise a una nuova ricaduta della malattia che mi ha portato a perdere la facoltà di scrivere con le mani, quindi mi sono fatta forza, sono andata in banca e ho chiesto un po’ di liquidità con cui mi sono comprata il computer, da lì sono partita e non mi sono più fermata.
3) Cos’è per te la scrittura?
Per me la scrittura è un’urgenza che, successivamente, diventa necessità. Quando vivo un avvenimento importante sento crescere questa urgenza di trasferirlo fuori da me, tradurlo in parole e creare qualcosa di utile per arricchirmi.
4) Ti succede che ti venga voglia di scrivere anche quando sei in giro e ti appunti le frasi da qualche parte o cominci a scrivere al pc?
Io di solito comincio a scrivere al computer. Spesso mi metto al pc quando accumulo esperienze sensoriali e visive anche molto forti e sento il bisogno di scinderle in tante parole per goderne appieno perché sono attratta dalla bellezza delle cose.
5) Che cos’é per te la bellezza?
Quello che ha caratterizzato la mia vita è stato tutt’altro che bello,e mi viene in mente il monologo di Kevin Spacey in America Beauty che dice” è difficile restare arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo”. Mi piace troppo la vita, non voglio sprecarla, essendo in debito per tante cose ho ancora la mentalità dell’adolescente sognatrice. Ho voglia di scoprire le cose, a volte mi trovo a mettermi a piangere e riflettere e, anche in questi momenti, cerco di tirare fuori tutto quello che posso. Io penso che ci sia vita dappertutto, anche nella sofferenza. Se non fosse così non avrei motivo di esistere.
6) Parliamo ora del tuo “manuale”, cosa ci puoi dire a riguardo?
Il primo libro parla della mia esperienza con la sclerosi multipla, scritto rispettando l’ordine naturale con cui le cose sono accadute: dalla diagnosi alle prime consapevolezze. Oltre a raccontare in prima persona il mio vivere con questa patologia, ho inserito consigli di alimentazione, il metodo Kousmine di cui sono un’attenta osservatrice e che ho seguito per stare il meglio possibile e farmi trovare pronta nell’attesa che venisse scoperto un farmaco per la sclerosi. Effettivamente questo farmaco è arrivato, non guarisce dalla malattia ma ne permette la stabilità.
Il libro è rivolto ai malati di sclerosi multipla, ai famigliari e anche alle persone sane perché i miei consigli di prevenzione e alimentazione sono proprio per tutti. Io sono della convinzione che sia necessario parlare della realtà dei fatti così com’è senza indorare la pillola o essere pessimisti. Il malato non è una persona speciale, non deve avere più degli altri, però deve avere le stesse possibilità di tutti gli altri, la mia è una testimonianza che risulta credibile perché l’ho vissuta. Non voglio che ci siano pregiudizi sui malati, siamo tutti uguali ma con esigenze differenti, quello che io cerco di fare con il mio libro è smantellare i luoghi comuni.
7) Raccontami qualcosa del romanzo, puoi anticipare qualcosa?
Ci ho messo quasi un anno a scriverlo, quando l’ho finito, ho sentito che potevo giocarmi questa carta molto bene. Di solito tendo ad essere critica con me stessa ma in questo caso avevo visto che il mio scritto era buono però volevo un altro parere professionale. Quindi l’ho fatto leggere a una persona competente che mi ha dato consigli e, tra l’altro, mi ha fatto capire che una parte non era sufficientemente sviluppata. Allora ho aggiunto una ventina di pagine e devo dire che le indicazioni che avevo ricevuto hanno centrato subito l’obbiettivo perché con le aggiunte che ho fatto, il risultato mi ha soddisfatta immediatamente. A quel punto ero pronta a inviare il mio manoscritto alle Case Editrici.
8) Dopo quanto tempo sono arrivate le prime risposte?
Le prime risposte sono arrivate dopo 2 settimane ma, sinceramente, avevo i miei dubbi sulla serietà di queste. Bisogna dire che molte aziende in Italia si spacciano per Case Editrici ma non lo sono veramente perché hanno a che fare con il business più che con la letteratura. Devo però aggiungere che esistono ancora anche Case Editrici serie che credono nel lavoro degli scrittori e si impegnano a pubblicarlo, pubblicizzarlo e finanziarlo. Io attualmente collaboro con due di queste: Onda D’Urto Edizioni per il romanzo e Bertoni Editore per il manuale.
9) Cosa prova uno scrittore quando riceve la mail in cui una Casa Editrice accetta di pubblicare il suo romanzo?
Non penso che quella sensazione abbia un nome, ed è giusto così , perché le parole hanno limiti e la sensazione che ho provato va al di là delle parole. Potrei dirti felicità sublime, estasi, ma sarebbe ancora poco; pensare che io dal mio pc ho creato qualcosa che presto la gente leggerà è una sensazione fantastica che mi sto godendo appieno. Posso dire con certezza che il 27 marzo 2018 è annoverato tra i più bei giorni della mia vita!
10) Stai già pensando alla tua prossima “fatica”?
Io intanto mi sto preparando sui due libri in uscita, per me è tutto nuovo quindi voglio essere pronta e al top. Poi, al massimo l’inizio dell’anno prossimo, il mio nome uscirà anche su un libro che riguarda il blog per cui scrivo “Ali di porpora” un blog per malati rari, senza filtri, unico nel suo genere, che parla di tutto quello che riguarda i vari momenti di sofferenza di una persona. Le due fondatrici di questo blog si stanno adoperando in questi mesi per farne un libro dove verranno pubblicati anche i miei articoli. Inoltre, da qualche tempo sto scrivendo a quattro mani un romanzo epistolare ma non posso ancora rivelare niente.
11) Il tuo sogno sarebbe quello di vivere di scrittura?
Si, sarebbe l’ideale anche per poter lavorare da casa o da qualunque posto con orari flessibili visto che attualmente lo stato italiano non da’ grande aiuto in questo senso, ma ne parlerò in modo più approfondito nel libro.
12) Vorresti dire qualcosa a chi vorrebbe scrivere un libro ?
Consiglio a chiunque coltivi il sogno nel cassetto di scrivere un libro di non buttarsi giù attendendo le risposte dalle Case Editrici e inoltre di non cedere e accettare le prime risposte. Bisogna valutare con calma, sapere dove si vuole arrivare e tenere sempre a mente lo scopo iniziale.
13) Cosa pensi dei sogni?
E’ un dovere inseguire i propri sogni. Secondo me non c’è altro modo di vivere e bisogna farlo continuamente perché non è mai troppo tardi per nulla. Non ci si può fermare davanti a un muro perché c’è sempre un piccolo spiraglio attraverso cui puoi passare per realizzare i tuoi sogni.
One comment:
[…] e talentuosa scrittrice di cui vi ho parlato qualche tempo fa; l’abbiamo conosciuta grazie a un’intervista che, molto gentilmente, mi ha […]