Era un po’ che adocchiavo “niente di nuovo sul fronte occidentale” ma tra una cosa e l’altra non trovavo mai l’occasione giusta per leggerlo… come immaginavo, non mi ha delusa!
La Prima Guerra Mondiale
Questo libro, considerato uno dei principali scritti sulla Prima Guerra Mondiale, guarda dal punto di vista di un giovane soldato tedesco quella che è stata la più grande carneficina del secolo scorso.
La maggior parte di noi è abituata ad approcciare ai conflitti mondiali dal punto di vista italiano, giustissimo per carità, ma troppo spesso ci dimentichiamo che le persone che stavano dall’altra parte, i “nostri nemici” come venivano chiamati, altro non erano che giovani e uomini come i nostri che allo stesso modo erano stati chiamati alle armi, molti dei quali non avevano avuto scelta, e soprattutto a casa avevano una famiglia che li aspettava e soffriva per loro.
La loro colpa, se di colpa si può parlare, era di essere nati in un’altra nazione, con una lingua diversa e di indossare un’altra divisa. Fine. Poi tutto veniva in automatico: sparare uno contro l’altro, morire per due Patrie diverse, fare il proprio dovere, scrivere a casa, mangiare, dormire e cercare di salvarsi la pelle, tutto uguale. Solo uomini contro uomini.
Conosciamo l’autore di “niente di nuovo sul fronte occidentale”…
Erich Maria Remarque, scrittore tedesco, a diciotto anni si arruolò volontario durante la Prima Guerra Mondiale. Ferito più volte riuscì fortunatamente a tornare a casa. Circa 10 anni dopo pubblicò la sua opera più famosa “niente di nuovo sul fronte occidentale”, un libro molto crudo e diretto che proprio per questo venne messo al bando dai nazisti. Visse in Svizzera e negli Stati Uniti pubblicando ancora romanzi molto apprezzati. Morì nel 1970 in Svizzera dove è sepolto.
Una chicca: Ebbe una relazione nientepopodimeno che con l’attrice Marlene Dietrich.
Finalmente passiamo al libro “niente di nuovo sul fronte occidentale”….
Come appena detto, dalla biografia dell’autore si evince chiaramente che questo romanzo è in ampia parte autobiografico; come il protagonista Paul Baumer, anche Remarque si arruolò volontario giovanissimo spinto più che altro da insegnanti e famiglia. Trovatosi a combattere in prima linea con alcuni suo compagni di classe e con soldati più o meno esperti, il pensiero principale di Paul non è solo quello di sopravvivere come si può giustamente pensare, ma anche quello di mangiare e dormire, unici appigli di una vita “normale”.
Tra i tanti combattimenti a cui prende parte, Paul vede pian piano cadere i suoi compagni e comincia a formulare pensieri, sacrosanti, sull’utilità della Guerra in corso, sulla sua vita precedente e su quella che sarà, forse, la sua vita futura.
Perché aver studiato tanto se forse non tornerà a casa vivo? A chi fa comodo quella guerra? Ai generali? All’imperatore? Certo non a loro poveracci, mandati al macello senza nessun motivo apparente. E ancora, sperando nel rientro, che vita si sarebbe prospettata a loro che avevano visto e toccato con mano la morte, la sofferenza, le ingiustizie? Come avrebbero potuto adattarsi a un lavoro, uno stipendio, una vita “normale”?
Un libro che fa commuovere, sorridere e pensare; in esso trovi grandi verità e ovvie recriminazioni. Le pagine in cui descrive i giorni di licenza sono emozionantissime, così come fanno strappano un sorriso in mezzo a tutto quell’orrore le piccole vendette che i ragazzi si prendono nei confronti del loro superiore e del loro vecchio insegnante.
Questo è un libro che consiglio a tutti, non solo agli amanti della Storia, perché fa pensare e vedere i fatti con occhio diverso; non solo i nostri soldati partirono per il fronte (vedi ad esempio il libro Dolesi al Fronte) per una guerra ingiusta ma tutte le generazioni dell’Europa dell’epoca… alla fine il conflitto fu tra i governanti, ma quelli che ci rimisero furono semplicemente UOMINI.
One comment:
[…] tempo e che mi è capitato per mano un giorno che girovagavo in una piccola libreria della zona: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Neanche di questo libro avevo visto il film. E’ vero che ho una passione sfrenata per la […]