LA SCUOLA NEL CUORE di Riccardo Abati

Oggi parliamo dell’ultimo libro di uno scrittore che inserisco nel filone degli autori emergenti anche se emergente non è, avendo già vinto prestigiosi premi letterari con delle opere precedenti.
Mi riferisco al professor Riccardo Abati con “La scuola nel cuore” edito da Leone Editore.
Questo libro è una raccolta di lettere che l’autore redige in risposta a studenti e colleghi su determinati fatti, avvenimenti o sprazzi di vita comune accaduti nel corso della sua lunga carriera di docente. Un libro, i cui contenuti, possono essere un valido aiuto a genitori e educatori per rispondere alle molteplici domande che affollano l’universo adolescenziale.
Il tono di queste lettere è colmo di una umanità profonda e di un grande affetto e rispetto per l’interlocutore, soprattutto per gli studenti.

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Conosciamo l’autore…
Il professor Abati si è specializzato in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani presso l’Università di Padova dove è stato lui stesso docente; ha conseguito il diploma quadriennale in Teologia presso l’Istituto Teologico Sant’Antonio Dottore di Padova e ha insegnato matematica e scienze presso gli istituti secondari di primo grado “Giovanni XXIII” di Pianiga (Ve), “Cordenons” di Santa Maria di Sala (Ve) e “Gramsci” di Camponogara (Ve). È autore di saggi di storia locale, ha pubblicato articoli di didattica su Riviste e alcuni romanzi come “Se hai occhi ascolta”, “La foresta liquida” e “Shoah in bianco e nero”.

Torniamo al libro….
Anche se non posso lamentarmi dei docenti che mi hanno seguito nel corso della mia carriera scolastica, alcuni dei quali sono stati fondamentali per il Corso di Studi che ho scelto, leggendo le pagine di questo libro molto spesso mi sono meravigliata che esistano davvero insegnanti così preparati (non solo nella loro materia), intelligenti e sensibili come il professore Abati. Nel corso della lettura ho sottolineato frasi e frasi su cui desideravo soffermarmi in un secondo momento, per poter riflettere con calma sulle varie risposte alle tematiche più varie che lui affronta con semplicità ma allo stesso tempo con parole toccanti e profonde.

Il professor Abati dipinge una scuola che è tutt’altro che banchi, libri, studenti svogliati e lezioni più o meno interessanti… parla di ragazzi bisognosi di una parola di conforto e di un aiuto che non sempre arriva da casa, di insegnanti disposti a “darsi” ai loro studenti oltre l’orario di lavoro spinti da affetto e non da obbligo; di una società sempre più dura e fredda, dove è difficile integrarsi e da cui si sente il bisogno di fuggire per non fingere di essere come la massa.
“L’educazione ci modifica, ci cambia dentro e ci fa comprendere che ogni persona, per vivere pienamente la propria dignità e riconoscere e rispettare quella degli altri, ha bisogno sì delle conoscenze, ma anche della presenza costruttiva dell’altro” scrive l’autore nel capitolo “Viaggiare dà forza all’ educare”.

È evidente, in alcuni tratti del libro, il desiderio di aiutare questi giovani che spesso “si stanno lasciando scivolare tra le dita occasioni e il tempo si sta perdendo nella sabbia di una spiaggia sbattuta dal vento di libeccio”.

Il monito che dà ai suoi studenti è: “non studiate per il voto fine a se stesso, ma studiate per spegnere la sete e saziare la fame di giustizia, di pace, di solidarietà che è in voi e in questa nostra società sempre più complessa e distratta. La società ha bisogno di voi, ma anche voi avete bisogno di chi è parte di una comunità”.

È proprio un peccato per le generazioni a venire che l’anno scolastico appena concluso sia l’ultimo per il professore che ha raggiunto la pensione, ma sono sicura che non lascerà del tutto il cammino dei suoi studenti e dei suoi fedeli lettori; come scrive nel libro “non perdete mai il senso più vero della vita: la certezza di essere persone amate”.

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