Affidarsi al self publishing? L’eterno dilemma degli scrittori emergenti…
Come ho scritto chiaramente nella mia presentazione, uno degli obiettivi principali di questo blog e del mio lavoro in generale è di dare visibilità agli scrittori emergenti. Io credo profondamente nel loro lavoro, so che molti di loro hanno in mano un manoscritto di ottima qualità e che solo la poca pubblicità, l’inesperienza e il poco tempo a disposizione, rischiano di far finire questo capolavoro nell’oblio!
Sto parlando proprio a te, che hai passato nottate davanti al pc; che hai avuto l’ispirazione nei momenti più strani tanto da scarabocchiare sulle salviette di carta per non perdere quella frase o quel particolare pensiero e che, finalmente, dopo tanto duro lavoro sei arrivato a scrivere la parola “fine”.
E ora? Il capolavoro di tutti i tempi è concluso ed è il momento di renderlo pubblico per ricevere i complimenti e anche, ovviamente, il giusto compenso.
Cominci la trafila presso tutte le grosse Case Editrici, per poi dirottare verso quelle a livello locale, finché dopo mesi di silenzio assoluto il presunto capolavoro resta ancora un file tra le mille icone del pc.
E allora che fare? Rinunciare o ricorrere a metodi alternativi?
E proprio in quel momento di depressione appare la chimera del self publishing…
Vediamo insieme cos’è il self publishing?
Innanzi tutto di cosa si tratta? Il self publisching, come si evince chiaramente dal nome, è la pratica, purtroppo largamente usata, di pubblicare da sé un libro investendo denaro proprio per vedere pubblicata la propria opera.
Ci sono moltissime “Case Editrici” che vivono di questi mezzi e ci sono altrettanti scrittori che vi fanno ricorso perché, dopo aver visto respinti, se va bene, o ignorati, nella stragrande maggioranza dei casi i propri scritti, per non rinunciare del tutto al proprio sogno decidono di ricorrere a quella che, lasciatemelo dire, viene vista come l’ultima spiaggia.
Queste Case Editrici, richiedendo alcune migliaia di Euro, concedono un servizio di editing, stampa e invio di un tot di copie (di solito un centinaio) all’autore che si deve anche assumere l’onere di distribuirle e promuoverle senza avere, in molti casi il minimo aiuto.
Un autore della provincia di Venezia con cui ho parlato e che attualmente vuole rimanere anonimo, si è dichiarato molto deluso dalla sua prima esperienza con il self publishing, anche se fortunatamente è riuscito a coprire interamente le spese sostenute grazie alle tantissime conoscenze dovute al suo lavoro principale che gli hanno permesso di “piazzare” tutte le copie che aveva acquistato nel pacchetto proposto dalla Casa Editrice.
Ovviamente non sto parlando solo di pubblicazioni cartacee, ma anche di e-book. Io stessa qualche tempo fa avevo proposto un mio testo a una Casa Editrice che si è dichiarata ben disposta a pubblicarlo in e-book e a promuoverlo poi nel sito, ma tra i soldi che chiedeva per l’editing e la bassa percentuale che proponeva nel caso di acquisto, ci avrei sicuramente rimesso un bel po’, pertanto ho deciso di respingere l’offerta.
Ora mi chiedo: erano a favore della pubblicazione perché ritenevano il testo di buona qualità o perché, in ogni caso a zero spese ci avrebbero comunque guadagnato?
Non posso esprimere un giudizio preciso visto che è come chiedere a una mamma di dire se il proprio figlioletto è bello o meno ma, francamente, credo che per certe CE valga più la quantità che la qualità.
A mio parere una Casa Editrice o, presunta tale, dovrebbe accollarsi nel complesso le spese di stampa, marketing e distribuzione proprio perché crede nell’opera scritta da quell’autore. Se invece chiede un compenso o un concorso spese… c’è qualcosa che non va!
Che fare allora se nessuno si fa vivo?
Quando passano i mesi e tutto tace ci sono alcune strategie da mettere in pratica:
- Partecipare ai concorsi letterari che abbiano come fine la pubblicazione del libro;
- Rivedere il testo (forse sarà un capolavoro dopo qualche revisione) e rispedirlo;
- Fare una cernita in base al focus della Casa Editrice prescelta (sparare nel mucchio non sempre giova);
- “Crederci sempre e mollare mai”… scusate la frase fatta ma insistere, insistere, insistere….
Ne parlerò più ampiamente nel mio articolo “le cinque regole da tenere presente per pubblicare il tuo libro”.
E tu sei del Self publishing?
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One comment:
[…] avuto la possibilità di incontrare personalmente Matteo e di parlare con lui di libri, di auto pubblicazione, delle difficoltà oggettive degli scrittori emergenti e di tanto […]